giovedì 28 febbraio 2008

Giuseppe Maniscalco

UNA MATTINA D’ESTATE ALLO STAZZONE


Rumoreggia il fruscìo delle onde

nella tiepida calura delle otto di mattina.

Una mattina,

la solita di sempre

fra le squallide sponde

allo Stazzone.

Lì!

Ove traccia di cenere avvolta nel cemento

più non esiste

dell’arso Mulino Cuore che fù!

Pochi blocchi di tufo del vecchio recinto:

unico rudere rimasto

che riaffiora nei ricordi paterni.

Più in là, al porticciolo,

l’ anziano pescatore,

fra schiume melmose

e rottami di vetro sulla sabbia,

fissa ignaro e speranzoso

l’orizzonte incerto del domani.

Pochi pesci

abboccano all’amo

e il triste pescatore

si dilegua.

Di lì a poco anch’io

da quella squallida quiete

mi dileguai.

Nulla di nuovo sotto il sole

che tiepido a quell’ora

da quelle parti si odeva:

solo l’apatia del tempo

che gravita sull’essere.

Mentre come sempre

rumoreggian le solite onde

fra lo svolazzar felice dei gabbiani.


Giuseppe Maniscalco 10-10-2007

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