sabato 22 agosto 2009

Pista Ciclabile o Greenway di Sciacca


La Facoltà di Ingegneria dell’ Università degli Studi di Palermo ha preso seriamente in considerazione lo studio di Fattibilità sul ripristino della sede ferroviaria e la relativa conversione in GreenWay. Il termine “greenway” tradotto letteralmente in italiano come “ via verde” ed è definito come “un sistema di territori lineari tra loro connessi che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo ricreativo, ecologico e storico-culturale”. Tale definizione risulta alquanto generale, ma non potrebbe essere altrimenti, vista la recente introduzione del termine dell’idea moderna di greenway.
Il Dipartimento Trasporti della Regione Sicilia ha predisposto il Piano Regionale della mobilità non motorizzata che prevede, come principale obiettivo, il recupero delle linee ferroviarie dismesse riconvertendole in “greenways”, adibendo anche le stazioni e i caselli ferroviari in strutture ricettive per il ristoro. Le linee ferroviarie dismesse inserite nel Piano della mobilità non motorizzata totalizzano 730 chilometri complessivi, tra cui anche la tratta Castelvetrano-Porto Empedocle. Il Piano è stato elaborato in linea con gli orientamenti europei riguardo alle greenways come modalità alternativa di trasporto sostenibile, rispettosa dell’ambiente e del patrimonio culturale rappresentato da tali infrastrutture abbandonate, il cui recupero è mirato anche a mantenere la memoria storica altrimenti persa per sempre.
Con grande orgoglio personale il Prof. Ing. Orazio Giuffrè e l'ing. Marco Guerrieri rispettivamente docente ordinario e ricercatore del dipartimento di Ingegneria dei Trasporti della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo mi hanno affidato l’argomento “Studio di Fattibilità per il ripristino e la relativa conversione della tratta Ferroviaria Menfi – Verdura in Greenways” come Tesi per l’Anno Accademico in corso.
Questa Tesi, di tipo Progettuale, avrà una durata totale di otto mesi e nell’Aprile 2010 subito dopo l’esposizione questo studio sarà consegnato a titolo gratuito al Comune di Sciacca, al fine di poter usufruirne per una progettazione definitiva.
Gianluca Fisco
Laureando in Ingegneria Civile

Pista Ciclabile o Greenway di Sciacca


La Facoltà di Ingegneria dell’ Università degli Studi di Palermo ha preso seriamente in considerazione lo studio di Fattibilità sul ripristino della sede ferroviaria e la relativa conversione in GreenWay. Il termine “greenway” tradotto letteralmente in italiano come “ via verde” ed è definito come “un sistema di territori lineari tra loro connessi che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo ricreativo, ecologico e storico-culturale”. Tale definizione risulta alquanto generale, ma non potrebbe essere altrimenti, vista la recente introduzione del termine dell’idea moderna di greenway.
Il Dipartimento Trasporti della Regione Sicilia ha predisposto il Piano Regionale della mobilità non motorizzata che prevede, come principale obiettivo, il recupero delle linee ferroviarie dismesse riconvertendole in “greenways”, adibendo anche le stazioni e i caselli ferroviari in strutture ricettive per il ristoro. Le linee ferroviarie dismesse inserite nel Piano della mobilità non motorizzata totalizzano 730 chilometri complessivi, tra cui anche la tratta Castelvetrano-Porto Empedocle. Il Piano è stato elaborato in linea con gli orientamenti europei riguardo alle greenways come modalità alternativa di trasporto sostenibile, rispettosa dell’ambiente e del patrimonio culturale rappresentato da tali infrastrutture abbandonate, il cui recupero è mirato anche a mantenere la memoria storica altrimenti persa per sempre.
Con grande orgoglio personale il Prof. Ing. Orazio Giuffrè e l'ing. Marco Guerrieri rispettivamente docente ordinario e ricercatore del dipartimento di Ingegneria dei Trasporti della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo mi hanno affidato l’argomento “Studio di Fattibilità per il ripristino e la relativa conversione della tratta Ferroviaria Menfi – Verdura in Greenways” come Tesi per l’Anno Accademico in corso.
Questa Tesi, di tipo Progettuale, avrà una durata totale di otto mesi e nell’Aprile 2010 subito dopo l’esposizione questo studio sarà consegnato a titolo gratuito al Comune di Sciacca, al fine di poter usufruirne per una progettazione definitiva.
Gianluca Fisco
Laureando in Ingegneria Civile

Pista Ciclabile o Greenway di Sciacca


La Facoltà di Ingegneria dell’ Università degli Studi di Palermo ha preso seriamente in considerazione lo studio di Fattibilità sul ripristino della sede ferroviaria e la relativa conversione in GreenWay. Il termine “greenway” tradotto letteralmente in italiano come “ via verde” ed è definito come “un sistema di territori lineari tra loro connessi che sono protetti, gestiti e sviluppati in modo da ottenere benefici di tipo ricreativo, ecologico e storico-culturale”. Tale definizione risulta alquanto generale, ma non potrebbe essere altrimenti, vista la recente introduzione del termine dell’idea moderna di greenway.
Il Dipartimento Trasporti della Regione Sicilia ha predisposto il Piano Regionale della mobilità non motorizzata che prevede, come principale obiettivo, il recupero delle linee ferroviarie dismesse riconvertendole in “greenways”, adibendo anche le stazioni e i caselli ferroviari in strutture ricettive per il ristoro. Le linee ferroviarie dismesse inserite nel Piano della mobilità non motorizzata totalizzano 730 chilometri complessivi, tra cui anche la tratta Castelvetrano-Porto Empedocle. Il Piano è stato elaborato in linea con gli orientamenti europei riguardo alle greenways come modalità alternativa di trasporto sostenibile, rispettosa dell’ambiente e del patrimonio culturale rappresentato da tali infrastrutture abbandonate, il cui recupero è mirato anche a mantenere la memoria storica altrimenti persa per sempre.
Con grande orgoglio personale il Prof. Ing. Orazio Giuffrè e l'ing. Marco Guerrieri rispettivamente docente ordinario e ricercatore del dipartimento di Ingegneria dei Trasporti della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Palermo mi hanno affidato l’argomento “Studio di Fattibilità per il ripristino e la relativa conversione della tratta Ferroviaria Menfi – Verdura in Greenways” come Tesi per l’Anno Accademico in corso.
Questa Tesi, di tipo Progettuale, avrà una durata totale di otto mesi e nell’Aprile 2010 subito dopo l’esposizione questo studio sarà consegnato a titolo gratuito al Comune di Sciacca, al fine di poter usufruirne per una progettazione definitiva.
Gianluca Fisco
Laureando in Ingegneria Civile

sabato 15 agosto 2009

Madonna del Soccorso Sciacca, la Fumata

Fumata Madonna del Soccorso

La Madonna del Soccorso è la patrona della città di Sciacca dal 1626, stesso periodo che avvenne il miracolo della liberazione dei saccensi dalla peste.La scultura fù costruita tra il 1503 e il 1504 dai maestri Giuliano De Almanchino e Bartolomeo Birritaro.La statua alta 1,65 e con 7 quintali di peso arrivò a Sciacca, via mare, nell’ottobre del 1504 e collocata nella chiesa S. Barnaba.Nel 1753 fù collocata nella chiesa S. Agostino e nell’ 800 per volere del popolo fù collocata nella chiesa Madre dove permane attualmente.Ogni anno il 2 febbraio e il 15 agosto la Madonna viene portata in processione,a spalla e a piedi scalzi,dai marinai saccensi in una vara seicentesca ornata da gioielli d’ oro, argento e in corallo donati dai devoti. Nell’agosto del 1996, una statua della madonna del Soccorso venne collocata sul molo di levante dove i marinai si raccomandano prima della partenza per una battuta di pesca.Per la cura del culto e del decoro del Santuario si occupa l’associazione “Figlie di Maria“.Il 15 Agosto del 1907, il simulacro venne incoronato per Decreto del Capitolo Vaticano.
I racconti storici riportano che la statua della Madonna fu trovata in mare durante un brutto periodo storico che Sciacca ricorda adesso con devozione. In quel periodo Sciacca era stretta dalla morsa della peste ma il 1° febbraio del 1626 l’intera popolazione iniziò un pellegrinaggio “U vutu” dalla chiesa di Sant’Agostino alla Chiesa Madre. Il giorno seguente, quindi il 2 febbraio una folta schiera di marinai a piedi scalzi portarono a spalla la statua della Madonna ritrovata in mare, in processione per le strade della città. Giunti nell’area della piccola Maestranza (oggi via Licata) dal cielo si sprigionò un fulmine che colpì la base della vara della Madonna dalla quale si levò una fumata. Da quell’istante tutti i saccensi guarirono della peste, che fu debellata definitivamente dalla città. Tanta fu ed ancor oggi persiste la gratitudine dei Saccensi, che i festeggiamenti in onore della Madonna del Soccorso come su detto vengono svolti per ben due volte l’anno. Sicuramente è in occasione della seconda, che si svolge in piena estate, che si vede la devozione dei Saccensi in toto, tenendo conto che proprio in quest’occasione più che nella prima si ha un’alta partecipazione di Saccensi devoti che approfittano del periodo estivo e quindi delle ferie,per recarsi a Sciacca da ogni dove, infatti sono parecchie le presenze di Saccensi emigrati per motivi di lavoro che appunto approfittando del periodo estivo tornano per partecipare alla processione che si evolve per le vie del centro della città. Oggi Il simulacro come da tradizione è portato a spalla dai pescatori a piedi nudi e per due volte è rivolto verso il mare, sia per scongiurare il pericolo d’inondazioni, maremoti e simili sventure sia per ringraziare il luogo in cui fu trovata miracolosamente la statua.

Agosto 2008



Febbraio 2009


Madonna del Soccorso Sciacca, la Fumata

Fumata Madonna del Soccorso

La Madonna del Soccorso è la patrona della città di Sciacca dal 1626, stesso periodo che avvenne il miracolo della liberazione dei saccensi dalla peste.La scultura fù costruita tra il 1503 e il 1504 dai maestri Giuliano De Almanchino e Bartolomeo Birritaro.La statua alta 1,65 e con 7 quintali di peso arrivò a Sciacca, via mare, nell’ottobre del 1504 e collocata nella chiesa S. Barnaba.Nel 1753 fù collocata nella chiesa S. Agostino e nell’ 800 per volere del popolo fù collocata nella chiesa Madre dove permane attualmente.Ogni anno il 2 febbraio e il 15 agosto la Madonna viene portata in processione,a spalla e a piedi scalzi,dai marinai saccensi in una vara seicentesca ornata da gioielli d’ oro, argento e in corallo donati dai devoti. Nell’agosto del 1996, una statua della madonna del Soccorso venne collocata sul molo di levante dove i marinai si raccomandano prima della partenza per una battuta di pesca.Per la cura del culto e del decoro del Santuario si occupa l’associazione “Figlie di Maria“.Il 15 Agosto del 1907, il simulacro venne incoronato per Decreto del Capitolo Vaticano.
I racconti storici riportano che la statua della Madonna fu trovata in mare durante un brutto periodo storico che Sciacca ricorda adesso con devozione. In quel periodo Sciacca era stretta dalla morsa della peste ma il 1° febbraio del 1626 l’intera popolazione iniziò un pellegrinaggio “U vutu” dalla chiesa di Sant’Agostino alla Chiesa Madre. Il giorno seguente, quindi il 2 febbraio una folta schiera di marinai a piedi scalzi portarono a spalla la statua della Madonna ritrovata in mare, in processione per le strade della città. Giunti nell’area della piccola Maestranza (oggi via Licata) dal cielo si sprigionò un fulmine che colpì la base della vara della Madonna dalla quale si levò una fumata. Da quell’istante tutti i saccensi guarirono della peste, che fu debellata definitivamente dalla città. Tanta fu ed ancor oggi persiste la gratitudine dei Saccensi, che i festeggiamenti in onore della Madonna del Soccorso come su detto vengono svolti per ben due volte l’anno. Sicuramente è in occasione della seconda, che si svolge in piena estate, che si vede la devozione dei Saccensi in toto, tenendo conto che proprio in quest’occasione più che nella prima si ha un’alta partecipazione di Saccensi devoti che approfittano del periodo estivo e quindi delle ferie,per recarsi a Sciacca da ogni dove, infatti sono parecchie le presenze di Saccensi emigrati per motivi di lavoro che appunto approfittando del periodo estivo tornano per partecipare alla processione che si evolve per le vie del centro della città. Oggi Il simulacro come da tradizione è portato a spalla dai pescatori a piedi nudi e per due volte è rivolto verso il mare, sia per scongiurare il pericolo d’inondazioni, maremoti e simili sventure sia per ringraziare il luogo in cui fu trovata miracolosamente la statua.

Agosto 2008



Febbraio 2009


Madonna del Soccorso Sciacca, la Fumata

Fumata Madonna del Soccorso

La Madonna del Soccorso è la patrona della città di Sciacca dal 1626, stesso periodo che avvenne il miracolo della liberazione dei saccensi dalla peste.La scultura fù costruita tra il 1503 e il 1504 dai maestri Giuliano De Almanchino e Bartolomeo Birritaro.La statua alta 1,65 e con 7 quintali di peso arrivò a Sciacca, via mare, nell’ottobre del 1504 e collocata nella chiesa S. Barnaba.Nel 1753 fù collocata nella chiesa S. Agostino e nell’ 800 per volere del popolo fù collocata nella chiesa Madre dove permane attualmente.Ogni anno il 2 febbraio e il 15 agosto la Madonna viene portata in processione,a spalla e a piedi scalzi,dai marinai saccensi in una vara seicentesca ornata da gioielli d’ oro, argento e in corallo donati dai devoti. Nell’agosto del 1996, una statua della madonna del Soccorso venne collocata sul molo di levante dove i marinai si raccomandano prima della partenza per una battuta di pesca.Per la cura del culto e del decoro del Santuario si occupa l’associazione “Figlie di Maria“.Il 15 Agosto del 1907, il simulacro venne incoronato per Decreto del Capitolo Vaticano.
I racconti storici riportano che la statua della Madonna fu trovata in mare durante un brutto periodo storico che Sciacca ricorda adesso con devozione. In quel periodo Sciacca era stretta dalla morsa della peste ma il 1° febbraio del 1626 l’intera popolazione iniziò un pellegrinaggio “U vutu” dalla chiesa di Sant’Agostino alla Chiesa Madre. Il giorno seguente, quindi il 2 febbraio una folta schiera di marinai a piedi scalzi portarono a spalla la statua della Madonna ritrovata in mare, in processione per le strade della città. Giunti nell’area della piccola Maestranza (oggi via Licata) dal cielo si sprigionò un fulmine che colpì la base della vara della Madonna dalla quale si levò una fumata. Da quell’istante tutti i saccensi guarirono della peste, che fu debellata definitivamente dalla città. Tanta fu ed ancor oggi persiste la gratitudine dei Saccensi, che i festeggiamenti in onore della Madonna del Soccorso come su detto vengono svolti per ben due volte l’anno. Sicuramente è in occasione della seconda, che si svolge in piena estate, che si vede la devozione dei Saccensi in toto, tenendo conto che proprio in quest’occasione più che nella prima si ha un’alta partecipazione di Saccensi devoti che approfittano del periodo estivo e quindi delle ferie,per recarsi a Sciacca da ogni dove, infatti sono parecchie le presenze di Saccensi emigrati per motivi di lavoro che appunto approfittando del periodo estivo tornano per partecipare alla processione che si evolve per le vie del centro della città. Oggi Il simulacro come da tradizione è portato a spalla dai pescatori a piedi nudi e per due volte è rivolto verso il mare, sia per scongiurare il pericolo d’inondazioni, maremoti e simili sventure sia per ringraziare il luogo in cui fu trovata miracolosamente la statua.

Agosto 2008



Febbraio 2009