Riapre l'Antiquarium di Monte Kronio

       
                                
       Venerdì 10 settembre alle 18, dopo una chiusura protrattasi per alcuni  anni, riaprirà l’Antiquarium di Monte Kronio di Sciacca.  All'inaugurazione l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità  siciliana, Gaetano Armao. 
L’antiquarium, in locali dello stesso edificio del complesso termale  delle "Stufe" di San Calogero, sorge sulla sommità del monte Kronio che  sovrasta, da Nord, la città di Sciacca. Realizzato negli anni ‘80 del  secolo scorso, la piccola struttura museale e gli apparati di  allestimento sono stati oggetto di lavori riconfigurazione, finanziati  con fondi della Comunità europea (Por 2000-2006). E’ dedicata alle  ricerche archeologiche e alle imprese speleologiche che hanno  interessato, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, il complesso  ipogeo di origine carsica che si sviluppa all’interno del monte; questo,  come è noto, è singolarmente caratterizzato dalla presenza di fenomeni  vaporosi che risalendo lungo la rete di gallerie interne fuoriescono da  cavità poste alla sommità: le cosiddette "Stufe" di San Calogero, ancora  oggi sfruttare per fini terapeutici.  
Nel passato, come ancora oggi, il fenomeno è stato oggetto di studio da  parte della Commissione Grotte E. Bogean del Cai di Trieste. Proprio al  Cai si deve, nel 1957,  l’avvio delle esplorazioni speleologiche e la  discesa lungo l’inghiottitoio Medeot al fondo del quale furono esplorate  alcune gallerie. Le condizioni di vita all’interno delle grotte non  consentono la sopravvivenza umana a causa delle alte temperature e del  tasso di umidità pari al 100 percento, sicchè solo grazie alla  sperimentazione e all’affinamento delle metodologie speleologiche è  stato possibile superare gli ostacoli che si frapponevano alla  prosecuzione delle ricerche.   
Nel 1957 e successivamente nel 1974 all’interno delle gallerie Di Milia e  Bellitti fu rinvenuto un eccezionale deposito archeologico della fine  dell’età del rame: è costituito da oltre 40 grandi contenitori di fase  malpassiana, ancora in situ, di accertata natura rituale, forse connessa  con usi funerari. Probabilmente, a causa dell’insorgenza dei fenomeni  vaporosi e per l’impossibilità di sopravvivere all’interno delle cavità,  queste furono abbandonate sino all’età arcaica.  
Gli scavi archeologici condotti nelle grotte superiori (Antro Fazello e  Buco del Fico), hanno dimostrato che esse furono occupate intensamente  in epoca  neolitica e sino alla fine dell’eneolitico. Dall’età arcaica a  quella medievale e oltre la frequentazione pare sia stata legata a  scopi cultuali e terapeutici, in particolare in coincidenza con la  presenza sul Kronio del Santo taumaturgo Calogero che elevò a sua dimora  una delle cavità ubicate nella parte superiore del Monte.
L’esposizione, ancorchè sviluppata attraverso un breve percorso, risulta  di sicuro interesse: alle scoperte archeologiche sono dedicate due  vetrine con materiali provenienti dagli scavi  condotti da Santo Tinè,  illustre studioso oggi purtroppo scomparso. Un plastico, con uno  spaccato del monte, esemplifica il sistema carsico con il suo deposito  antropico ancora in situ e l’intricata rete di gallerie attraverso la  quale è ipotizzata la risalita dei vapori. Oltre che alle ricerche  archeologiche l’antiquarium illustra i momenti più significativi che  hanno segnato con la storia delle esplorazioni speleologiche. Uno  sguardo infine introduce anche ai fenomeni di vulcanismo sottomarino nel  canale di Sicilia, in prossimità delle coste saccensi, fenomeni attivi  che nel 1831 diedero origine alla effimera emersione dell’isola  Ferdinandea. L’esposizione si sofferma infine sulla storia del  termalismo a Sciacca, sede in età tardo antica di un importante centro  amministrativo e fiscale dell’impero romano, e sul monte Kronio dove,  dopo il quinto secolo, è tramandata, appunto, la presenza del Santo  taumaturgo Calogero.  
Fonte: AgrigentoNotizie.it 
 
 
 
          
      
 
  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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