giovedì 9 settembre 2010

Riapre l'Antiquarium di Monte Kronio

Venerdì 10 settembre alle 18, dopo una chiusura protrattasi per alcuni anni, riaprirà l’Antiquarium di Monte Kronio di Sciacca. All'inaugurazione l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Gaetano Armao.

L’antiquarium, in locali dello stesso edificio del complesso termale delle "Stufe" di San Calogero, sorge sulla sommità del monte Kronio che sovrasta, da Nord, la città di Sciacca. Realizzato negli anni ‘80 del secolo scorso, la piccola struttura museale e gli apparati di allestimento sono stati oggetto di lavori riconfigurazione, finanziati con fondi della Comunità europea (Por 2000-2006). E’ dedicata alle ricerche archeologiche e alle imprese speleologiche che hanno interessato, a partire dagli anni ’50 del secolo scorso, il complesso ipogeo di origine carsica che si sviluppa all’interno del monte; questo, come è noto, è singolarmente caratterizzato dalla presenza di fenomeni vaporosi che risalendo lungo la rete di gallerie interne fuoriescono da cavità poste alla sommità: le cosiddette "Stufe" di San Calogero, ancora oggi sfruttare per fini terapeutici.


Nel passato, come ancora oggi, il fenomeno è stato oggetto di studio da parte della Commissione Grotte E. Bogean del Cai di Trieste. Proprio al Cai si deve, nel 1957,  l’avvio delle esplorazioni speleologiche e la discesa lungo l’inghiottitoio Medeot al fondo del quale furono esplorate alcune gallerie. Le condizioni di vita all’interno delle grotte non consentono la sopravvivenza umana a causa delle alte temperature e del tasso di umidità pari al 100 percento, sicchè solo grazie alla sperimentazione e all’affinamento delle metodologie speleologiche è stato possibile superare gli ostacoli che si frapponevano alla prosecuzione delle ricerche. 


Nel 1957 e successivamente nel 1974 all’interno delle gallerie Di Milia e Bellitti fu rinvenuto un eccezionale deposito archeologico della fine dell’età del rame: è costituito da oltre 40 grandi contenitori di fase malpassiana, ancora in situ, di accertata natura rituale, forse connessa con usi funerari. Probabilmente, a causa dell’insorgenza dei fenomeni vaporosi e per l’impossibilità di sopravvivere all’interno delle cavità, queste furono abbandonate sino all’età arcaica.

Gli scavi archeologici condotti nelle grotte superiori (Antro Fazello e Buco del Fico), hanno dimostrato che esse furono occupate intensamente in epoca  neolitica e sino alla fine dell’eneolitico. Dall’età arcaica a quella medievale e oltre la frequentazione pare sia stata legata a scopi cultuali e terapeutici, in particolare in coincidenza con la presenza sul Kronio del Santo taumaturgo Calogero che elevò a sua dimora una delle cavità ubicate nella parte superiore del Monte.

L’esposizione, ancorchè sviluppata attraverso un breve percorso, risulta di sicuro interesse: alle scoperte archeologiche sono dedicate due vetrine con materiali provenienti dagli scavi  condotti da Santo Tinè, illustre studioso oggi purtroppo scomparso. Un plastico, con uno spaccato del monte, esemplifica il sistema carsico con il suo deposito antropico ancora in situ e l’intricata rete di gallerie attraverso la quale è ipotizzata la risalita dei vapori. Oltre che alle ricerche archeologiche l’antiquarium illustra i momenti più significativi che hanno segnato con la storia delle esplorazioni speleologiche. Uno sguardo infine introduce anche ai fenomeni di vulcanismo sottomarino nel canale di Sicilia, in prossimità delle coste saccensi, fenomeni attivi che nel 1831 diedero origine alla effimera emersione dell’isola Ferdinandea. L’esposizione si sofferma infine sulla storia del termalismo a Sciacca, sede in età tardo antica di un importante centro amministrativo e fiscale dell’impero romano, e sul monte Kronio dove, dopo il quinto secolo, è tramandata, appunto, la presenza del Santo taumaturgo Calogero. 

Fonte: AgrigentoNotizie.it

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