
Fonte: TeleRadioSciacca.it



www.gianlucafisco.blogspot.com
www.gianlucafisco.blogspot.com
www.gianlucafisco.blogspot.comDal 4 al 7 marzo, a Sciacca ci sarà la nuova edizione di “Sicilia en primeur“, appuntamento dedicato all’enologia siciliana, organizzata da Assovini Sicilia.
L’evento si terrà nel Rocco Forte Verdura Golf & Spa Resort.
La principale innovazione di questa edizione, la settima, è che si potranno degustare più vini en primeur. Infatti, l’intera giornata di sabato 6 marzo sarà dedicata, oltre che alla valutazione alla cieca della vendemmia 2009, alla presentazione dei vini che entreranno in commercio nel 2010.
Il giorno precedente le degustazioni sono previsti tour nei principali territori di produzione. E domenica, infine, a Sciacca, nell’ex convento San Francesco, ci sarà la conferenza conclusiva della manifestazione nel corso della quale sarà dato ampio spazio alle domande dei giornalisti ai produttori.
Sponsor della manifestazione sono Banca Nuova, l’Assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, l’Istituto per il Commercio Estero, VeronaFiere, la Provincia di Agrigento, il Comune di Sciacca e le Terme di Sciacca.
Fonte: Agi.it
Dal 4 al 7 marzo, a Sciacca ci sarà la nuova edizione di “Sicilia en primeur“, appuntamento dedicato all’enologia siciliana, organizzata da Assovini Sicilia.
L’evento si terrà nel Rocco Forte Verdura Golf & Spa Resort.
La principale innovazione di questa edizione, la settima, è che si potranno degustare più vini en primeur. Infatti, l’intera giornata di sabato 6 marzo sarà dedicata, oltre che alla valutazione alla cieca della vendemmia 2009, alla presentazione dei vini che entreranno in commercio nel 2010.
Il giorno precedente le degustazioni sono previsti tour nei principali territori di produzione. E domenica, infine, a Sciacca, nell’ex convento San Francesco, ci sarà la conferenza conclusiva della manifestazione nel corso della quale sarà dato ampio spazio alle domande dei giornalisti ai produttori.
Sponsor della manifestazione sono Banca Nuova, l’Assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, l’Istituto per il Commercio Estero, VeronaFiere, la Provincia di Agrigento, il Comune di Sciacca e le Terme di Sciacca.
Fonte: Agi.it
Dal 4 al 7 marzo, a Sciacca ci sarà la nuova edizione di “Sicilia en primeur“, appuntamento dedicato all’enologia siciliana, organizzata da Assovini Sicilia.
L’evento si terrà nel Rocco Forte Verdura Golf & Spa Resort.
La principale innovazione di questa edizione, la settima, è che si potranno degustare più vini en primeur. Infatti, l’intera giornata di sabato 6 marzo sarà dedicata, oltre che alla valutazione alla cieca della vendemmia 2009, alla presentazione dei vini che entreranno in commercio nel 2010.
Il giorno precedente le degustazioni sono previsti tour nei principali territori di produzione. E domenica, infine, a Sciacca, nell’ex convento San Francesco, ci sarà la conferenza conclusiva della manifestazione nel corso della quale sarà dato ampio spazio alle domande dei giornalisti ai produttori.
Sponsor della manifestazione sono Banca Nuova, l’Assessorato Agricoltura della Regione Siciliana, l’Istituto Regionale della Vite e del Vino, l’Istituto per il Commercio Estero, VeronaFiere, la Provincia di Agrigento, il Comune di Sciacca e le Terme di Sciacca.
Fonte: Agi.it
Riporto dal BSicilia questo splendido post pubblicato da Roberto Zamboni:
Gentile redazione di BSicilia,
sono un tesserato dell’Associazione Nazionale Ex Deportati (Sezione di Verona) e in tale associazione rappresento un mio congiunto, deportato e morto nel campo di concentramento di Flossenbürg a soli 22 anni.
Da molto tempo mi occupo della ricerca dei luoghi di sepoltura dei nostri connazionali, morti nei campi di prigionia o per motivi di guerra in Germania, Austria e Polonia. Dopo l’8 settembre 1943 più di 800.000 italiani (civili e militari) furono fatti prigionieri e deportati nei campi di concentramento tedeschi dislocati nei territori del Terzo Reich.
Un gran numero di questi vi trovò la morte dopo atroci sofferenze, solo ed esclusivamente a causa del loro pensiero, della loro religione o per la divisa che indossavano. Al termine della guerra, migliaia d’italiani che non sopravvissero alle vessazioni inferte, furono sepolti sul suolo tedesco, austriaco e polacco.
Nell’immediato dopoguerra, a causa delle enormi difficoltà di comunicazione e di ricerca, la maggior parte di questi ragazzi furono dati per dispersi. Nel 1951 il Governo italiano ratificò una legge (204/51) che, con il secondo comma dell’articolo 4, vietava il rimpatrio delle salme sepolte nei cimiteri militari italiani all’estero dal Ministero della Difesa (Commissariato Generale Caduti in Guerra - Onorcaduti).
Nel biennio 1957/1958 lo stesso Commissariato iniziò la ricerca dei caduti sepolti nei territori sopra citati, riesumandoli e trasferendone i resti nei cimiteri militari di Amburgo, Berlino, Francoforte sul Meno, Monaco di Baviera (Germania), Mauthausen (Austria) e Bielany-Varsavia (Polonia).
In questi cimiteri furono raccolte le spoglie mortali di migliaia di Italiani, caduti per cause di guerra. Molti dei parenti di questi ragazzi non furono mai informati del lavoro svolto da Onorcaduti, rimanendo in attesa di chi non sarebbe mai più tornato.
Una decina di anni fa, dopo una capillare ricerca, rintracciai il luogo di sepoltura del mio congiunto e, dopo aver fatto modificare la legge 204/51, ne feci rimpatriare i resti. Avendo raccolto negli anni una grande quantità di materiale riguardante anche altri caduti sepolti nei cimiteri militari (e non), decisi di ricercarne i parenti, fornendo loro indicazioni sul luogo di sepoltura del loro caro e indicando quali uffici contattare, presso il Ministero della Difesa, per poterne riavere i resti.
Per senso civico, per dovere d’informazione e perché nessun altro lo faceva, dedicai (e dedico tuttora) gran parte del mio tempo a questo tipo di ricerche, che ho avuto cura di riportare integralmente nel sito http://www.robertozamboni.com.
In questi anni, autonomamente o con l’ausilio dell’Arma dei Carabinieri, sono riuscito a rintracciare i parenti di una quarantina di caduti, parte dei quali hanno fatto rientrare in Italia le spoglie dei loro cari.
Recentemente ho ottenuto dal Ministero della Difesa l’elenco di tutti i caduti sepolti in Germania, Austria e Polonia. Una lista di oltre 15.000 caduti italiani, contenente i dati di base (cognome, nome, provincia e data di nascita, data di morte e cimitero di attuale sepoltura).
A questi dati sto aggiungendo, da altre liste in mio possesso, ulteriori elementi sulla deportazione o sull’internamento, sulla morte e sulla prima sepoltura (lager, matricola, spostamenti, date e cause della morte, luogo di prima inumazione ecc.).
I caduti sepolti in questi cimiteri sono prevalentemente internati militari (IMI), ma risultano sepolti anche deportati politici o razziali e liberi lavoratori (o loro familiari) che si trovavano negli ex territori del Terzo Reich durante il periodo bellico.
Oltre 15.000 italiani, tra uomini, donne, ragazzi e bambini (nove di questi risultano essere nati nel 1945). Come riscontro a questa lista ho acquisito dall’Archivio Segreto Vaticano – Ufficio Informazioni Vaticano per i prigionieri di guerra, copia delle schede di ricerca degli italiani per i quali si richiesero notizie negli anni che vanno dal 1939 al 1945.
Oltre 2.100.000 schede con riportati i dati di altrettanti nostri connazionali fatti prigionieri e dei quali si erano perse le tracce. Da mesi sto lavorando su questi elenchi al fine di pubblicare tutto il materiale da me raccolto sul mio blog, avendo cura di inserire i nominativi per provincia di nascita.
Dei 15.292 nomi archiviati, 88 appartengono a persone nate ad Agrigento e provincia (NOMINATIVI PUBBLICATI SUL SITO http://www.robertozamboni.com) . Essendo per me quasi impossibile poter ricercare personalmente i parenti di un numero così elevato di persone (anche se l’Arma dei Carabinieri si è sempre dimostrata disponibilissima), ho pensato di rivolgermi alle redazioni dei giornali locali on line per far conoscere l’esistenza degli elenchi da me pubblicati, così da renderli accessibili a tutti senza nessun costo, permettendo a chiunque di cercare tra i nomi qualche parente dato per disperso. Nessuno fino ad ora aveva mai reso pubbliche queste liste.
Riporto dal BSicilia questo splendido post pubblicato da Roberto Zamboni:
Gentile redazione di BSicilia,
sono un tesserato dell’Associazione Nazionale Ex Deportati (Sezione di Verona) e in tale associazione rappresento un mio congiunto, deportato e morto nel campo di concentramento di Flossenbürg a soli 22 anni.
Da molto tempo mi occupo della ricerca dei luoghi di sepoltura dei nostri connazionali, morti nei campi di prigionia o per motivi di guerra in Germania, Austria e Polonia. Dopo l’8 settembre 1943 più di 800.000 italiani (civili e militari) furono fatti prigionieri e deportati nei campi di concentramento tedeschi dislocati nei territori del Terzo Reich.
Un gran numero di questi vi trovò la morte dopo atroci sofferenze, solo ed esclusivamente a causa del loro pensiero, della loro religione o per la divisa che indossavano. Al termine della guerra, migliaia d’italiani che non sopravvissero alle vessazioni inferte, furono sepolti sul suolo tedesco, austriaco e polacco.
Nell’immediato dopoguerra, a causa delle enormi difficoltà di comunicazione e di ricerca, la maggior parte di questi ragazzi furono dati per dispersi. Nel 1951 il Governo italiano ratificò una legge (204/51) che, con il secondo comma dell’articolo 4, vietava il rimpatrio delle salme sepolte nei cimiteri militari italiani all’estero dal Ministero della Difesa (Commissariato Generale Caduti in Guerra - Onorcaduti).
Nel biennio 1957/1958 lo stesso Commissariato iniziò la ricerca dei caduti sepolti nei territori sopra citati, riesumandoli e trasferendone i resti nei cimiteri militari di Amburgo, Berlino, Francoforte sul Meno, Monaco di Baviera (Germania), Mauthausen (Austria) e Bielany-Varsavia (Polonia).
In questi cimiteri furono raccolte le spoglie mortali di migliaia di Italiani, caduti per cause di guerra. Molti dei parenti di questi ragazzi non furono mai informati del lavoro svolto da Onorcaduti, rimanendo in attesa di chi non sarebbe mai più tornato.
Una decina di anni fa, dopo una capillare ricerca, rintracciai il luogo di sepoltura del mio congiunto e, dopo aver fatto modificare la legge 204/51, ne feci rimpatriare i resti. Avendo raccolto negli anni una grande quantità di materiale riguardante anche altri caduti sepolti nei cimiteri militari (e non), decisi di ricercarne i parenti, fornendo loro indicazioni sul luogo di sepoltura del loro caro e indicando quali uffici contattare, presso il Ministero della Difesa, per poterne riavere i resti.
Per senso civico, per dovere d’informazione e perché nessun altro lo faceva, dedicai (e dedico tuttora) gran parte del mio tempo a questo tipo di ricerche, che ho avuto cura di riportare integralmente nel sito http://www.robertozamboni.com.
In questi anni, autonomamente o con l’ausilio dell’Arma dei Carabinieri, sono riuscito a rintracciare i parenti di una quarantina di caduti, parte dei quali hanno fatto rientrare in Italia le spoglie dei loro cari.
Recentemente ho ottenuto dal Ministero della Difesa l’elenco di tutti i caduti sepolti in Germania, Austria e Polonia. Una lista di oltre 15.000 caduti italiani, contenente i dati di base (cognome, nome, provincia e data di nascita, data di morte e cimitero di attuale sepoltura).
A questi dati sto aggiungendo, da altre liste in mio possesso, ulteriori elementi sulla deportazione o sull’internamento, sulla morte e sulla prima sepoltura (lager, matricola, spostamenti, date e cause della morte, luogo di prima inumazione ecc.).
I caduti sepolti in questi cimiteri sono prevalentemente internati militari (IMI), ma risultano sepolti anche deportati politici o razziali e liberi lavoratori (o loro familiari) che si trovavano negli ex territori del Terzo Reich durante il periodo bellico.
Oltre 15.000 italiani, tra uomini, donne, ragazzi e bambini (nove di questi risultano essere nati nel 1945). Come riscontro a questa lista ho acquisito dall’Archivio Segreto Vaticano – Ufficio Informazioni Vaticano per i prigionieri di guerra, copia delle schede di ricerca degli italiani per i quali si richiesero notizie negli anni che vanno dal 1939 al 1945.
Oltre 2.100.000 schede con riportati i dati di altrettanti nostri connazionali fatti prigionieri e dei quali si erano perse le tracce. Da mesi sto lavorando su questi elenchi al fine di pubblicare tutto il materiale da me raccolto sul mio blog, avendo cura di inserire i nominativi per provincia di nascita.
Dei 15.292 nomi archiviati, 88 appartengono a persone nate ad Agrigento e provincia (NOMINATIVI PUBBLICATI SUL SITO http://www.robertozamboni.com) . Essendo per me quasi impossibile poter ricercare personalmente i parenti di un numero così elevato di persone (anche se l’Arma dei Carabinieri si è sempre dimostrata disponibilissima), ho pensato di rivolgermi alle redazioni dei giornali locali on line per far conoscere l’esistenza degli elenchi da me pubblicati, così da renderli accessibili a tutti senza nessun costo, permettendo a chiunque di cercare tra i nomi qualche parente dato per disperso. Nessuno fino ad ora aveva mai reso pubbliche queste liste.
Riporto dal BSicilia questo splendido post pubblicato da Roberto Zamboni:
Gentile redazione di BSicilia,
sono un tesserato dell’Associazione Nazionale Ex Deportati (Sezione di Verona) e in tale associazione rappresento un mio congiunto, deportato e morto nel campo di concentramento di Flossenbürg a soli 22 anni.
Da molto tempo mi occupo della ricerca dei luoghi di sepoltura dei nostri connazionali, morti nei campi di prigionia o per motivi di guerra in Germania, Austria e Polonia. Dopo l’8 settembre 1943 più di 800.000 italiani (civili e militari) furono fatti prigionieri e deportati nei campi di concentramento tedeschi dislocati nei territori del Terzo Reich.
Un gran numero di questi vi trovò la morte dopo atroci sofferenze, solo ed esclusivamente a causa del loro pensiero, della loro religione o per la divisa che indossavano. Al termine della guerra, migliaia d’italiani che non sopravvissero alle vessazioni inferte, furono sepolti sul suolo tedesco, austriaco e polacco.
Nell’immediato dopoguerra, a causa delle enormi difficoltà di comunicazione e di ricerca, la maggior parte di questi ragazzi furono dati per dispersi. Nel 1951 il Governo italiano ratificò una legge (204/51) che, con il secondo comma dell’articolo 4, vietava il rimpatrio delle salme sepolte nei cimiteri militari italiani all’estero dal Ministero della Difesa (Commissariato Generale Caduti in Guerra - Onorcaduti).
Nel biennio 1957/1958 lo stesso Commissariato iniziò la ricerca dei caduti sepolti nei territori sopra citati, riesumandoli e trasferendone i resti nei cimiteri militari di Amburgo, Berlino, Francoforte sul Meno, Monaco di Baviera (Germania), Mauthausen (Austria) e Bielany-Varsavia (Polonia).
In questi cimiteri furono raccolte le spoglie mortali di migliaia di Italiani, caduti per cause di guerra. Molti dei parenti di questi ragazzi non furono mai informati del lavoro svolto da Onorcaduti, rimanendo in attesa di chi non sarebbe mai più tornato.
Una decina di anni fa, dopo una capillare ricerca, rintracciai il luogo di sepoltura del mio congiunto e, dopo aver fatto modificare la legge 204/51, ne feci rimpatriare i resti. Avendo raccolto negli anni una grande quantità di materiale riguardante anche altri caduti sepolti nei cimiteri militari (e non), decisi di ricercarne i parenti, fornendo loro indicazioni sul luogo di sepoltura del loro caro e indicando quali uffici contattare, presso il Ministero della Difesa, per poterne riavere i resti.
Per senso civico, per dovere d’informazione e perché nessun altro lo faceva, dedicai (e dedico tuttora) gran parte del mio tempo a questo tipo di ricerche, che ho avuto cura di riportare integralmente nel sito http://www.robertozamboni.com.
In questi anni, autonomamente o con l’ausilio dell’Arma dei Carabinieri, sono riuscito a rintracciare i parenti di una quarantina di caduti, parte dei quali hanno fatto rientrare in Italia le spoglie dei loro cari.
Recentemente ho ottenuto dal Ministero della Difesa l’elenco di tutti i caduti sepolti in Germania, Austria e Polonia. Una lista di oltre 15.000 caduti italiani, contenente i dati di base (cognome, nome, provincia e data di nascita, data di morte e cimitero di attuale sepoltura).
A questi dati sto aggiungendo, da altre liste in mio possesso, ulteriori elementi sulla deportazione o sull’internamento, sulla morte e sulla prima sepoltura (lager, matricola, spostamenti, date e cause della morte, luogo di prima inumazione ecc.).
I caduti sepolti in questi cimiteri sono prevalentemente internati militari (IMI), ma risultano sepolti anche deportati politici o razziali e liberi lavoratori (o loro familiari) che si trovavano negli ex territori del Terzo Reich durante il periodo bellico.
Oltre 15.000 italiani, tra uomini, donne, ragazzi e bambini (nove di questi risultano essere nati nel 1945). Come riscontro a questa lista ho acquisito dall’Archivio Segreto Vaticano – Ufficio Informazioni Vaticano per i prigionieri di guerra, copia delle schede di ricerca degli italiani per i quali si richiesero notizie negli anni che vanno dal 1939 al 1945.
Oltre 2.100.000 schede con riportati i dati di altrettanti nostri connazionali fatti prigionieri e dei quali si erano perse le tracce. Da mesi sto lavorando su questi elenchi al fine di pubblicare tutto il materiale da me raccolto sul mio blog, avendo cura di inserire i nominativi per provincia di nascita.
Dei 15.292 nomi archiviati, 88 appartengono a persone nate ad Agrigento e provincia (NOMINATIVI PUBBLICATI SUL SITO http://www.robertozamboni.com) . Essendo per me quasi impossibile poter ricercare personalmente i parenti di un numero così elevato di persone (anche se l’Arma dei Carabinieri si è sempre dimostrata disponibilissima), ho pensato di rivolgermi alle redazioni dei giornali locali on line per far conoscere l’esistenza degli elenchi da me pubblicati, così da renderli accessibili a tutti senza nessun costo, permettendo a chiunque di cercare tra i nomi qualche parente dato per disperso. Nessuno fino ad ora aveva mai reso pubbliche queste liste.
Il sindaco di Sciacca Vito Bono e l’assessore comunale alle Politiche del commercio e dell’artigianato, Carmelo Brunetto, invitano le imprese artigiane a partecipare all’avviso pubblico emesso di recente dalla Regione siciliana per la concessione di contributi, con una procedura a sportello. “I contributi – spiegano il sindaco Vito Bono e l’assessore Brunetto - sono destinati a investimenti per consolidare e potenziare il tessuto imprenditoriale siciliano, incentivando la crescita dimensionale delle piccole e medie imprese. E’ una opportunità – concludono – da cogliere al volo per sostenere l’attività artigianale e rendere più solido il tessuto produttivo locale”.
Il sindaco di Sciacca Vito Bono e l’assessore comunale alle Politiche del commercio e dell’artigianato, Carmelo Brunetto, invitano le imprese artigiane a partecipare all’avviso pubblico emesso di recente dalla Regione siciliana per la concessione di contributi, con una procedura a sportello. “I contributi – spiegano il sindaco Vito Bono e l’assessore Brunetto - sono destinati a investimenti per consolidare e potenziare il tessuto imprenditoriale siciliano, incentivando la crescita dimensionale delle piccole e medie imprese. E’ una opportunità – concludono – da cogliere al volo per sostenere l’attività artigianale e rendere più solido il tessuto produttivo locale”.
Il sindaco di Sciacca Vito Bono e l’assessore comunale alle Politiche del commercio e dell’artigianato, Carmelo Brunetto, invitano le imprese artigiane a partecipare all’avviso pubblico emesso di recente dalla Regione siciliana per la concessione di contributi, con una procedura a sportello. “I contributi – spiegano il sindaco Vito Bono e l’assessore Brunetto - sono destinati a investimenti per consolidare e potenziare il tessuto imprenditoriale siciliano, incentivando la crescita dimensionale delle piccole e medie imprese. E’ una opportunità – concludono – da cogliere al volo per sostenere l’attività artigianale e rendere più solido il tessuto produttivo locale”.
Circa un annetto fa avrà incuriosito molti di voi la presenza in città di una strana macchina con una apparecchiatura sul tetto. Come molti già avevano anticipato, era la macchina addetta alle riprese delle vie per conto di Google Street View, un nuovissimo servizio di google che, oltre all’indicazione su una mappa del punto da voi desiderato, vi fa vedere un’istantanea fotografica di esso. Un servizio che permetterà senz’altro di poter avere tutte, ma proprio tutte, le informazioni su un luogo che vogliamo raggiungere.Da ieri sono state aggiunte le immagini in tantissime località italiane, compresa Sciacca. Accedervi è facile.
Entrando in google, si clicca su maps e bisogna digitare la località da noi desiderata, in questo caso “Sciacca, Agrigento” ed ingrandiamo.Sulla colonna di sinistra troveremo un omino giallo, lo trasciniamo sul tracciato cittadino e comparirà in blu la zona coperta dal servizio, posizioniamo l’omino nel punto da noi desiderato e si aprirà l’immagine scattata a 360° di quel tratto. Diversamente si può direttamente digitare l’indirizzo nella barra superiore e verificare se è coperta dal servizio.
Può anche capitare di vedere se stessi in qualche fotogramma, o il proprio mezzo o la propria casa. Proprio questo dettaglio non trascurabile aveva scatenato tempo fa delle polemiche sulla questione della privacy. Per questo motivo, le targhe ed i volti delle persone appaiono oscurati, anche se , a volte, sono riconoscibili ugualmente.
Tornando a Sciacca, peccato che proprio i punti più belli, come Via Vittorio Emanuele ed il Viale delle Terme, non siano coperti dal servizio. Ci accontenteremo nel frattempo di scorazzare per le restanti arterie stradali.
Fonte Immagine: Google
Circa un annetto fa avrà incuriosito molti di voi la presenza in città di una strana macchina con una apparecchiatura sul tetto. Come molti già avevano anticipato, era la macchina addetta alle riprese delle vie per conto di Google Street View, un nuovissimo servizio di google che, oltre all’indicazione su una mappa del punto da voi desiderato, vi fa vedere un’istantanea fotografica di esso. Un servizio che permetterà senz’altro di poter avere tutte, ma proprio tutte, le informazioni su un luogo che vogliamo raggiungere.Da ieri sono state aggiunte le immagini in tantissime località italiane, compresa Sciacca. Accedervi è facile.
Entrando in google, si clicca su maps e bisogna digitare la località da noi desiderata, in questo caso “Sciacca, Agrigento” ed ingrandiamo.Sulla colonna di sinistra troveremo un omino giallo, lo trasciniamo sul tracciato cittadino e comparirà in blu la zona coperta dal servizio, posizioniamo l’omino nel punto da noi desiderato e si aprirà l’immagine scattata a 360° di quel tratto. Diversamente si può direttamente digitare l’indirizzo nella barra superiore e verificare se è coperta dal servizio.
Può anche capitare di vedere se stessi in qualche fotogramma, o il proprio mezzo o la propria casa. Proprio questo dettaglio non trascurabile aveva scatenato tempo fa delle polemiche sulla questione della privacy. Per questo motivo, le targhe ed i volti delle persone appaiono oscurati, anche se , a volte, sono riconoscibili ugualmente.
Tornando a Sciacca, peccato che proprio i punti più belli, come Via Vittorio Emanuele ed il Viale delle Terme, non siano coperti dal servizio. Ci accontenteremo nel frattempo di scorazzare per le restanti arterie stradali.
Fonte Immagine: Google
Circa un annetto fa avrà incuriosito molti di voi la presenza in città di una strana macchina con una apparecchiatura sul tetto. Come molti già avevano anticipato, era la macchina addetta alle riprese delle vie per conto di Google Street View, un nuovissimo servizio di google che, oltre all’indicazione su una mappa del punto da voi desiderato, vi fa vedere un’istantanea fotografica di esso. Un servizio che permetterà senz’altro di poter avere tutte, ma proprio tutte, le informazioni su un luogo che vogliamo raggiungere.Da ieri sono state aggiunte le immagini in tantissime località italiane, compresa Sciacca. Accedervi è facile.
Entrando in google, si clicca su maps e bisogna digitare la località da noi desiderata, in questo caso “Sciacca, Agrigento” ed ingrandiamo.Sulla colonna di sinistra troveremo un omino giallo, lo trasciniamo sul tracciato cittadino e comparirà in blu la zona coperta dal servizio, posizioniamo l’omino nel punto da noi desiderato e si aprirà l’immagine scattata a 360° di quel tratto. Diversamente si può direttamente digitare l’indirizzo nella barra superiore e verificare se è coperta dal servizio.
Può anche capitare di vedere se stessi in qualche fotogramma, o il proprio mezzo o la propria casa. Proprio questo dettaglio non trascurabile aveva scatenato tempo fa delle polemiche sulla questione della privacy. Per questo motivo, le targhe ed i volti delle persone appaiono oscurati, anche se , a volte, sono riconoscibili ugualmente.
Tornando a Sciacca, peccato che proprio i punti più belli, come Via Vittorio Emanuele ed il Viale delle Terme, non siano coperti dal servizio. Ci accontenteremo nel frattempo di scorazzare per le restanti arterie stradali.
Fonte Immagine: Google
Un esperto informatico di Menfi, Salvatore Taffari, 43 anni è morto a seguito di un incidente stradale che si è verificato lungo la strada statale 115 in contrada San Giorgio, nei pressi del bivio Sant’Anna, tra i comuni di Ribera e Sciacca. Taffari, lascia la moglie incinta e due figli. L’uomo è deceduto praticamente sul colpo. Vano è risultato l’intervento immediato del personale medico giunto in elisoccorso. Altre due persone sono rimaste ferite e trasportate con le ambulanze del 118 negli ospedali di Ribera e Sciacca. Per cause ancora in corso di accertamento della Polstrada si sono scontrate due autovetture, un Opel Astra e una Ford Focus. La vittima viaggiava sulla prima vettura, assieme ad A.A 40 anni di Menfi, rimasto ferito così come la conducente della Focus, F.N.L. 48 anni di Agrigento. Sul posto si sono portati i vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca, che hanno estratto i feriti dalle lamiere contorte dei mezzi coinvolti nello scontro, e gli agenti della Polizia Stradale di Sciacca e Agrigento che dopo avere effettuato i rilievi stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente stradale. Il traffico veicolare nella zona è andato completamente in tilt. Segnalate lunghe file di autovetture e camion. Per regolare la viabiità sono intervenuti i carabinieri della tenenza di Ribera.
Un esperto informatico di Menfi, Salvatore Taffari, 43 anni è morto a seguito di un incidente stradale che si è verificato lungo la strada statale 115 in contrada San Giorgio, nei pressi del bivio Sant’Anna, tra i comuni di Ribera e Sciacca. Taffari, lascia la moglie incinta e due figli. L’uomo è deceduto praticamente sul colpo. Vano è risultato l’intervento immediato del personale medico giunto in elisoccorso. Altre due persone sono rimaste ferite e trasportate con le ambulanze del 118 negli ospedali di Ribera e Sciacca. Per cause ancora in corso di accertamento della Polstrada si sono scontrate due autovetture, un Opel Astra e una Ford Focus. La vittima viaggiava sulla prima vettura, assieme ad A.A 40 anni di Menfi, rimasto ferito così come la conducente della Focus, F.N.L. 48 anni di Agrigento. Sul posto si sono portati i vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca, che hanno estratto i feriti dalle lamiere contorte dei mezzi coinvolti nello scontro, e gli agenti della Polizia Stradale di Sciacca e Agrigento che dopo avere effettuato i rilievi stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente stradale. Il traffico veicolare nella zona è andato completamente in tilt. Segnalate lunghe file di autovetture e camion. Per regolare la viabiità sono intervenuti i carabinieri della tenenza di Ribera.
Un esperto informatico di Menfi, Salvatore Taffari, 43 anni è morto a seguito di un incidente stradale che si è verificato lungo la strada statale 115 in contrada San Giorgio, nei pressi del bivio Sant’Anna, tra i comuni di Ribera e Sciacca. Taffari, lascia la moglie incinta e due figli. L’uomo è deceduto praticamente sul colpo. Vano è risultato l’intervento immediato del personale medico giunto in elisoccorso. Altre due persone sono rimaste ferite e trasportate con le ambulanze del 118 negli ospedali di Ribera e Sciacca. Per cause ancora in corso di accertamento della Polstrada si sono scontrate due autovetture, un Opel Astra e una Ford Focus. La vittima viaggiava sulla prima vettura, assieme ad A.A 40 anni di Menfi, rimasto ferito così come la conducente della Focus, F.N.L. 48 anni di Agrigento. Sul posto si sono portati i vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca, che hanno estratto i feriti dalle lamiere contorte dei mezzi coinvolti nello scontro, e gli agenti della Polizia Stradale di Sciacca e Agrigento che dopo avere effettuato i rilievi stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente stradale. Il traffico veicolare nella zona è andato completamente in tilt. Segnalate lunghe file di autovetture e camion. Per regolare la viabiità sono intervenuti i carabinieri della tenenza di Ribera.
Carnevale di Sciacca nella settimana tra il 14 e il 21 maggio. La notizia della presenza al Resort di Verdura della nazionale tedesca di calcio, che vi trascorrerà alcuni giorni di relax prima del ritiro in vista della Coppa del Mondo, ha convinto il Comune di Sciacca a scegliere quella settimana per lo svolgimento delle sfilate dei carri allegorici. Oggi sono stati l'assessore allo spettacolo Carmelo Brunetto e il presidente del consiglio comunale Filippo Bellanca a intervenire su questo tema. L'assessore dice che l'idea gli è stata suggerita e che ritiene giusta questa ipotesi, Bellanca la propone e parla di occasione di visibilità per la città, a condizione ch si attivino i contatti con la direzione del Resort e con la federazione calcio tedesca.
Carnevale di Sciacca nella settimana tra il 14 e il 21 maggio. La notizia della presenza al Resort di Verdura della nazionale tedesca di calcio, che vi trascorrerà alcuni giorni di relax prima del ritiro in vista della Coppa del Mondo, ha convinto il Comune di Sciacca a scegliere quella settimana per lo svolgimento delle sfilate dei carri allegorici. Oggi sono stati l'assessore allo spettacolo Carmelo Brunetto e il presidente del consiglio comunale Filippo Bellanca a intervenire su questo tema. L'assessore dice che l'idea gli è stata suggerita e che ritiene giusta questa ipotesi, Bellanca la propone e parla di occasione di visibilità per la città, a condizione ch si attivino i contatti con la direzione del Resort e con la federazione calcio tedesca.
Carnevale di Sciacca nella settimana tra il 14 e il 21 maggio. La notizia della presenza al Resort di Verdura della nazionale tedesca di calcio, che vi trascorrerà alcuni giorni di relax prima del ritiro in vista della Coppa del Mondo, ha convinto il Comune di Sciacca a scegliere quella settimana per lo svolgimento delle sfilate dei carri allegorici. Oggi sono stati l'assessore allo spettacolo Carmelo Brunetto e il presidente del consiglio comunale Filippo Bellanca a intervenire su questo tema. L'assessore dice che l'idea gli è stata suggerita e che ritiene giusta questa ipotesi, Bellanca la propone e parla di occasione di visibilità per la città, a condizione ch si attivino i contatti con la direzione del Resort e con la federazione calcio tedesca.


È morto dopo otto giorni di agonia Stefano Tabarro, 32 anni, di Sciacca. Era stato coinvolto in un incidente che si era verificato lungo la scorrimento veloce Palermo-Sciacca, nei pressi dello svincolo di Altofonte. L’auto sulla quale viaggiava era stata travolta da un suv condotto da un altro giovane, anche lui di Sciacca. Le ferite riportate da Tabarro si sono rivelate fatali. Il giovane è deceduto all’ospedale Civico di Palermo dove era ricoverato dal 27 dicembre. Alla sopravvenuta morte cerebrale la famiglia di Stefano Tabarro ha autorizzato i medici ad effettuare l’espianto di cornee, fegato, cuore e reni per la donazione.
È morto dopo otto giorni di agonia Stefano Tabarro, 32 anni, di Sciacca. Era stato coinvolto in un incidente che si era verificato lungo la scorrimento veloce Palermo-Sciacca, nei pressi dello svincolo di Altofonte. L’auto sulla quale viaggiava era stata travolta da un suv condotto da un altro giovane, anche lui di Sciacca. Le ferite riportate da Tabarro si sono rivelate fatali. Il giovane è deceduto all’ospedale Civico di Palermo dove era ricoverato dal 27 dicembre. Alla sopravvenuta morte cerebrale la famiglia di Stefano Tabarro ha autorizzato i medici ad effettuare l’espianto di cornee, fegato, cuore e reni per la donazione.
È morto dopo otto giorni di agonia Stefano Tabarro, 32 anni, di Sciacca. Era stato coinvolto in un incidente che si era verificato lungo la scorrimento veloce Palermo-Sciacca, nei pressi dello svincolo di Altofonte. L’auto sulla quale viaggiava era stata travolta da un suv condotto da un altro giovane, anche lui di Sciacca. Le ferite riportate da Tabarro si sono rivelate fatali. Il giovane è deceduto all’ospedale Civico di Palermo dove era ricoverato dal 27 dicembre. Alla sopravvenuta morte cerebrale la famiglia di Stefano Tabarro ha autorizzato i medici ad effettuare l’espianto di cornee, fegato, cuore e reni per la donazione.